Saverio Raimondo è un comico. Ma prima ancora è una persona. Ansiosa. Figlio di madre ansiosa, che a tavola esortava il suo appetito di bambino con l’invito “Mangia, che stai morendo”. Dopo essere cresciuto nell’ansia altrui, Saverio in età adulta ne ha sviluppata una sua, personale. Ma nell’ansia Saverio non ha trovato un ostacolo alla sua vita o alle sue attività, anzi: non solo ha imparato a conviverci e a scherzarci su, ma riconosce in essa una forza motrice che lo spinge a evolversi e migliorarsi. Da questa esilarante prospettiva rivoluzionaria Saverio Raimondo scrive il suo personale elogio dell’ansia: individua in essa uno dei principali fattori evolutivi dell’uomo nel corso dei secoli; rilegge in chiave “ansiosa” alcuni dei principali avvenimenti e dei personaggi più stressati della storia; rivaluta il senso di colpa come baluardo della civiltà; e affronta con umorismo e ironia tutte le principali fonti di ansia del mondo contemporaneo – dal terrorismo al cibo alla privacy.