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Stephen M. Kosslyn e G. Wayne Miller
Stephen M. Kosslyn, già direttore del Centro di studi avanzati di Scienze del comportamento presso l’Università di Stanford, ha fondato e dirige le Minerva Schools, presso il Keck Graduate Institute, Claremont, California. È stato direttore del dipartimento di Scienze sociali presso l’Università di Harvard, oltre a lavorare nel Dipartimento di Neurologia del Massachusetts General Hospital. Autore di oltre trecento articoli specialistici e tredici libri, ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti negli Stati Uniti, in Francia e in Svizzera. In italiano è apparso Le immagini nella mente. Creare e utilizzare immagini nel cervello (1999).
G. Wayne Miller è giornalista presso «The Providence Journal», regista di documentari e prolifico autore di libri, sia di saggistica sia di narrativa. Premiato con numerosi riconoscimenti per il suo lavoro, ha fondato e dirige il Story in the Public Square Program (publicstory.org).
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Cervello Alto e Cervello Basso
Perchè pensiamo ciò che pensiamo
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Novità |
Sono così tanti i libri su questo tema che i due autori, consapevoli della cosa, sichiedono fin dalla prima pagina: «Perché un ennesimo libro sul cervello?». E con buon senso dell’umorismo si rispondono da soli, baldanzosi: «Perché questo è diverso». Se Stephen Kosslyn fosse una persona qualunque non ci sarebbe da fidarsi molto, ma dal momento che secondo Steven Pinker «Kosslyn è uno dei più grandi scienziati cognitivi a cavallo tra i nostri due secoli» vale invece la pena di capire meglio. Il fatto è che molti libri sul cervello ripropongono troppo spesso acriticamente miti del passato, dandoli per scontati e ignorando che nei laboratori più avanzati da molto tempo il vento è cambiato. Uno di questi miti, forse il più ripetuto e tenace, sostiene che il cervello è diviso in «emisfero destro» e «emisfero sinistro», e che le due metà fanno cose differenti: la parte sinistra è analitica e logica, la parte destra è artistica e intuitiva. Pensiamo di saperlo tutti, lo diamo per scontato, ma non è vero. Si tratta in effetti di una semplificazione grossolana, e se per caso avete appena fatto un test per capire quale delle due metà di voi sia la più sviluppata sappiate che avete solo sprecato del tempo.
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