“Volle aver parte al mondo spirituale dell’uomo e divenne schiava dei suoi metodi astratti; cercò nel mondo sociale uno spazio per esplicare le proprie possibilità più riposte e vi si lasciò inquadrare come il congegno di un più grande apparato; cadde – in modo doppiamente fatale in quanto donna – nelle medesime unilateralità, nei medesimi errori e pericoli, cui soggiaceva l’uomo”. (Dal cap. II su ’La donna nel tempo’) L’autrice, nata nel 1876 a Minden in Vestfalia e morta nel 1971 a Oberstdorf in Baviera, con la sua ricca produzione di novelle, romanzi, poesie e saggi, è una delle più originali e profonde scrittrici tedesche del ventesimo secolo.