Con questo testo la LEF rinnova l’attualità di una sua pubblicazione, di fronte al disastro di una scuola italiana che alleva solo impiegati per posti di lavoro seduti davanti a un computer. Questo diario è stato scritto nel 1946 da un adolescente, apprendista di un artigiano bronzista, con bottega a Firenze in via dei Serragli. Dalle parole spontanee, non prive di errori ortografici, che rendono la lettura più istintiva e sincera, nasce un racconto sublime sul valore del lavoro artigiano e del rapporto tra apprendista e maestro, per cui ogni più piccolo gesto, perfino uno sguardo, assumono il senso di una lezione di vita. L’autore, rileggendo il suo diario a distanza di tempo, ritrova il senso profondo del lavoro manuale per se stesso e per la città intera.