Gli ecologi Paul e Anne Ehrlich partono dagli albori dell’umanità per introdurre una descrizione circostanziata dell’attuale situazione critica della Terra in un libro sui corsi e ricorsi della storia.
Il passato remoto dell’Homo sapiens è costellato di lunghi periodi di progresso, cultura e arte, alternati a crolli quasi improvvisi del benessere e della ricchezza. Le testimonianze lasciate da civiltà che hanno segnato il nostro cammino confermano questo andamento intermittente del successo umano sul pianeta.
Fra gli scenari passati e quello odierno c’è però una differenza cruciale: le difficoltà che hanno accompagnato il declino di civiltà leggendarie avevano una connotazione geografica locale. Oggi questo non vale più, perché l’impasse dell’uomo abbraccia in un modo o nell’altro tutto il pianeta e l’intera sua popolazione. Se tutti gli abitanti della Terra avessero lo stile di vita degli americani, per sopravivere avrebbero bisogno delle risorse di altri due pianeti simili alla Terra.
Aumento demografico, disparità di potere politico-economico e consumi eccessivi sono gli ingredienti principali dell’attuale impasse dell’umanità, che si traducono in carestie, guerre e abusi delle risorse naturali. Alla luce di questo quadro, i moniti degli esperti non sono più sufficienti; occorre una concreta azione di riforma delle politiche globali che puntino alla governance dell’ambiente e all’integrazione dei paesi poveri nel sistema politico ed economico globale.
Questo testo denuncia con toni forti la “distrazione” della classe politica nei confronti delle problematiche ambientali in senso ampio: risorse e consumi, popolazione e cultura, economia e povertà. Ed è, contemporaneamente, una accorata esortazione a informarsi, capire, agire.