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Le pagine in cui Manuela Trinci con Paolo Sarti raccontano e si raccontano, riflettono e analizzano, si commuovono o si adirano, sono amorose nella difesa del diritto dei bambini al rispetto e aspre nell’accusa, sia quando ironica sia quando veemente, a chi dice di amarli mentre va accanitamente tarpando le potenzialità e i talenti di cui sono portatori, in particolare, i bambini.
Se a un figlio vengono sottratte le fatiche dell’impegno e dell’esperienza personale sul campo, contemporaneamente, insieme con gli ostacoli gli togliamo pure la speranza: quella di potercela fare.” Dal ciuccio su misura alle scarpe senza lacci, dal termometro a infrarossi ai baby monitor: una miriade di “cose” oggi accompagna i bambini nei normali processi della crescita. Così gli autori, senza puntare l’indice contro i genitori, ma piuttosto mettendoli in guardia dai falsi alleati, affrontano il “linguaggio delle cose”, riflettendo sul mondo privo di ostacoli che gli adulti hanno creato per i loro figli, ormai indiscussi sovrani, e insieme vittime inconsapevoli, di tante e varie futilità. Passando in rassegna l’impareggiabile Catalogo dei genitori di Claude Ponti – dai confortevoli ai fifoni, dagli avviluppanti ai cicciomou – l’appello e i suggerimenti dei due autori si rivolgono a chi crede nella necessità che l’immaginazione abbia ancora posto nell’educazione e che serva restituire al bambino un suo fondamentale diritto: la giusta fatica di crescere!
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