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Il dibattito sulle opposte virtù del libero mercato e dell’intervento governativo è di nuovo arroventato quanto negli anni trenta del Novecento. Allora, chi aveva ragione tra Keynes e Hayek? Questo libro è un tentativo di rispondere alla domanda che ha diviso per ottant’anni gli economisti e i politici e di dimostrare che le nette differenze tra questi due uomini eccezionali continuano a improntare ancora oggi il grande spartiacque ideale che divide i progressisti dai conservatori
John Maynard Keynes e Friedrich von Hayek, autori rispettivamente di Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta e de La via della schiavitù, si ritrovarono su fronti opposti in una contrapposizione che si fece sempre più netta e che diede luogo al maggiore scontro in campo economico della storia contemporanea. Al centro della contesa si impose la questione se spettasse ai governi e allo stato intervenire nel mercato e in economia, o meno.
Tutti e due poterono osservare l’espansione e la recessione del ciclo economico dell’epoca, ma giunsero a conclusioni molto differenti in proposito. Hayek era convinto che il fatto di alterare l’“equilibrio” del libero mercato avrebbe provocato una selvaggia inflazione. Keynes credeva invece che per contrastare la disoccupazione di massa e favorire la crescita alla fine di un ciclo servisse la spesa pubblica.
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