I pensatori e gli attivisti che sono intervistati nel film vengono da ogni continente e rappresentano gli interessi della più grande maggioranza di persone sul pianeta. Il loro messaggio è chiaro: se vogliamo rispettare e rivitalizzare la diversità – sia biologica che culturale – dobbiamo tornare a localizzare l’attività economica. Quando le persone cominciano a capire il nesso tra cambiamento climatico, instabilità economica globale e la loro personale sofferenza - stress, solitudine, depressione – allora c’è davvero la potenzialità di un movimento che cambia il mondo. Illustrando la ricchezza secondo una diversa prospettiva, il film illustra queste connessioni spesso nascoste.
Il film va oltre le analisi ristrette del pensiero dominante, per dimostrare che non esiste un antagonismo tra bisogni dell’uomo e bisogni della Madre Terra. La resistenza all’ulteriore globalizzazione economica sta creando nuove e potenti alleanze: esponenti dell’ecologia profonda si alleano ai sindacalisti, imprenditori indipendenti ai piccoli contadini.
Alla radice, la localizzazione sta creando dei ponti tra le divisioni: sta portando insieme la gente, al di sopra delle separazioni etniche, religiose, economiche ed anche partigiane. Portare l’economia vicino a casa non solo ci salverà dalla catastrofe ambientale ed economica, ma ci aiuterà a riscoprire quelle relazioni essenziali – sia con il mondo vivente che con i nostri simili – che danno alla nostra vita significato e gioia.