L’ipnosi sta riscoprendo oggi il proprio ruolo fondamentale nelle neuroscienze e in psicoterapia, soprattutto tra tutti coloro che fanno riferimento alla Nuova Ipnosi, il paradigma che riconosce in Milton H. Erickson il suo esponente più significativo.
Questo volume propone di utilizzare le tecniche ipnotiche nel campo del disagio infantile, e spiega come utilizzare la creatività, la narrazione e il gioco per creare la possibilità di un rapporto con bambini e adolescenti fondato sul massimo rispetto della loro natura e personalità.
Come aiutare bambini e adolescenti a raggiungere la consapevolezza delle proprie risorse e delle proprie personali capacità, liberi da condizionamenti automaticamente acquisiti?
"Diventare ciò che si è": con questa frase il grande psicoterapeuta famigliare Carl Whitaker si è ispirato a F. Nietzsche e l'ipnotista Milton Erickson non ha fatto altro che perseguire, come obiettivo delle sue terapie, ciò che è implicito nel suo significato. Gli autori di questo volume, ognuno secondo il proprio stile e la propria formazione culturale, propongono di utilizzare le tecniche ipnotiche. Fornendo esempi utili a medici, psicologi, psicoterapeuti e a tutti quei professionisti impegnati nel campo del disagio infantile, spiegano come utilizzare il gioco, la creatività, la narrazione per creare la possibilità di un rapporto con bambini e adolescenti fondato sul massimo rispetto della loro natura e personalità. Utilizzano cioè codici appartenenti all'universo infantile e modalità contenenti elementi naturalmente ed implicitamente ipnotici, di cui, prima di qualsiasi tipo di indottrinamento, la nostra esperienza diretta dell'essere stati bambini conserva la traccia e il ricordo.
La finalità è sfatare i pregiudizi di chi, ancorato ad una visione "classica" dell'ipnosi, articolata attorno ad un paradigma rigido ed autoritario, vi intravede un'inquietante tecnica manipolativa da cui proteggere i pazienti più giovani. Solo la confidenza con l'approccio naturalistico alla trance consente di considerarne il fervore teorico e l'ampiezza dei campi applicativi nell'età evolutiva e di vedere nel bambino, non l'oggetto vulnerabile di un intervento esterno direttivo, ma un protagonista, attivo e spesso entusiasta, della costruzione di un "come se" sul quale la ricerca neurofisiologica sta gettando una luce nuova.