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Dopo lo sguardo che mi ha lanciato il mio primo paziente mentre lo vedevo morire è scattata in me l'incrollabile determinazione a dichiarare guerra al cancro. E a vincerla.» Fra noi circola da sempre un serial killer invisibile e spietato, che continua ogni giorno a falciare vite umane. E che non si limita a colpire fisicamente le proprie vittime, ma ne devasta lo spirito, seminando angoscia e disperazione. Il cancro. In decenni di lotta e di ricerca, la medicina ha vinto molte battaglie, ma non (ancora) la guerra, e così, malgrado i progressi nella diagnosi e nella terapia, i tumori invasivi costituiscono una delle più gravi minacce alla nostra salute. Ma non bisogna smettere di sperare e di lottare, perché il cancro uccide solo se gli si lascia il tempo di farlo. È questa la buona notizia che ci dà l'oncologa italiana Patrizia Paterlini-Bréchot, docente presso l'Università Paris-Descartes, la quale ha dedicato la propria vita allo studio di metodi sperimentali per la diagnosi precoce e la prevenzione del tumore.