"Mi sono ammalata a cinque anni. Era estate, le vacanze appena cominciate. Io ero una bambina con i riccioli, volevo costruire castelli di sabbia in spiaggia con mio fratello e i miei cugini, ma ho dovuto cambiare programma. Siamo tornati in città e le vacanze le abbiamo passate nel reparto di Diabetologia per adulti. Avevo braccia lunghe e magre, livide dal gomito in giù: mi facevano un buco ogni due ore".Se Monica Priore avesse dato retta ai medici, oggi non sarebbe più sana e nemmeno più felice. Impugnando la diagnosi di diabete, ma Monica ha sempre sentito nel profondo della sua anima che, se avesse imparato a gestire la sua malattia, avrebbe potuto condurre una vita quasi normale. E oggi lo dimostra al mondo intero con le sue "eroiche" traversate a nuoto in mare aperto, miglior testimonial possibile per le persone che lamentano la stessa patologia. Il suo scopo ultimo non è toccare terra tanto per il gusto dell'impresa: è dimostrare al mondo che il diabete è una malattia ma non una barriera, e che imparando a gestirlo si può vivere una vita attiva e felice.