Terminato questo libro - nel quale ho presentato la strategia di collaborazione solidale nel suo potenziale anti-egemonico rispetto alla globalizzazione capitalistica, nella sua capacità di costruire una globalizzazione solidale, generando posti di lavoro e distribuendo reddito con metodi ecologicamente corretti e socialmente giusti - molti lo hanno accolto con attesa critica così come altri lo hanno considerato con noncuranza e scetticismo. Dopo Seattle e la nascita dei movimenti antiglobalizzazione, sono andate emergendo reti intercontinentali e globali in diversi settori, e in particolare nel campo dell’economia solidale, che oggi integrano organizzazioni di produzione, commercio, servizio, finanziamento e consumo che movimentano annualmente centinaia di milioni di dollari. Nulla di tutto ciò sarebbe successo se non ci fosse stata una collaborazione solidale tra tutte queste reti e associazioni, una collaborazione che ebbe inizio anni fa, durante le attività parallele a Eco ‘92 a Rio de Janeiro e che si è consolidato in molti altri processi che si sono trasformati in scambio di realtà differenti e in appoggio reciproco.