Il Burundi è un piccolo stato dell'Africa centrale che, dopo essere stato una colonia tedesca alla fine del 1800 e possedimento belga dopo la prima guerra mondiale, conquistò l'indipendenza nel 1962. Non si può parlare delle percussioni del Burundi senza ricordare i fondamenti religiosi che sono alla base di questa società. Nell'antichità le percussioni erano molto più che semplici strumenti musicali: erano considerati oggetti sacri, custoditi dalle antiche famiglie Batimbo, da suonare durante le cerimonie religiose, per accompagnare incoronazioni e funerali reali o per festeggiare il ciclo regolare delle stagioni che garantiva prosperità al popolo. Una volta all'anno, in occasione del festival di Umuganuro il re e la popolazione si riunivano per rendere omaggio al Karyenda, il tamburo reale simbolo nazionale: gli altri tamburi sacri, trasportati dai Batimbo e seguiti da importanti personalità, facevano il giro del paese per arrivare fino alla corte. ....

Ravi, polistrumentista e grande interprete della kora con alle sue spalle più di 20 anni di esperienza e 12 album di successo, ha creato uno stile assolutamente originale dato dalla fusione delle suggestioni musicali provenienti da vari paesi. La kora è uno strumento diffuso in gran parte dell'Africa occidentale, prediletto dai griot, i cantastorie custodi della tradizione orale africana. La cassa di risonanza della kora è costituita da una mezza zucca svuotata e ricoperta di pelle di mucca sulla quale è infisso un manico dal quale partono 21 corde che in passato erano fatte in pelle di antilope, mentre oggi sono molto usate quelle dell'arpa o in nylon. "African Kora" è l'interpretazione personale offerta da Ravi della musica tradizionale per kora. Il musicista utilizza come accompagnamento strumenti tipici dell'Africa occidentale come il balafon (lo xilofono dell'Africa occidentale) ed il djembe (il tamburo africano con fusto in legno a forma di calice). La kora viene suonata da Ravi in modo anticonvenzionale ed innovativo usando solo le unghie per pizzicare le corRavi, polistrumentista e grande interprete della kora con alle sue spalle più di 20 anni di esperienza e 12 album di successo, ha creato uno stile assolutamente originale dato dalla fusione delle suggestioni musicali provenienti da vari paesi. La kora è uno strumento diffuso in gran parte dell'Africa occidentale, prediletto dai griot, i cantastorie custodi della tradizione orale africana. La cassa di risonanza della kora è costituita da una mezza zucca svuotata e ricoperta di pelle di mucca sulla quale è infisso un manico dal quale partono 21 corde che in passato erano fatte in pelle di antilope, mentre oggi sono molto usate quelle dell'arpa o in nylon. "African Kora" è l'interpretazione personale offerta da Ravi della musica tradizionale per kora. Il musicista utilizza come accompagnamento strumenti tipici dell'Africa occidentale come il balafon (lo xilofono dell'Africa occidentale) ed il djembe (il tamburo africano con fusto in legno a forma di calice). La kora viene suonata da Ravi in modo anticonvenzionale ed innovativo usando solo le unghie per pizzicare le corde, in modo da ottenere sonorità del tutto nuove.de, in modo da ottenere sonorità del tutto nuove.

L'album d'esordio degli Arnica Montana presenta ritmi chillout di gran classe, fresche sonorità baleariche ed una libidine latina che impedisce di stare fermi. I singoli tratti da "Sensations 1 - The Voice" sono stati utilizzati finora in ben 25 compilation tra cui le classiche "Café del Mar" e "Café Ibiza" diventando fra i preferiti dei dj di gran parte d'Europa. "Sensations 1 - The Voice" non è solo un album ideale per muovere i piedi ma anche un potente mezzo da utilizzare in musicoterapia: le sue registrazioni infatti incorporano un innovativo trattamento che genera frequenze benefiche per qualsiasi essere vivente (uomini, animali e piante) capaci di restituire all'ambiente una qualità biotica. Questo processo utilizzato da moltissimi terapisti, chiamato "Bio Music 6 in 1", ha dimostrato la sua utilità contro l'inquinamento elettromagnetico, per la revitalizzazione dell'acqua e come strumento anti-stress che può aiutare a far ritrovare il giusto equilibrio psicofisico.

Il Rang Puhar Carnatic Group fu creato nel 1993 da artisti che volevano rendere omaggio alla ricchezza dell'arte creata nel corso dei secoli dalle tante diverse culture che formano lo spirito dell'India: il nome del gruppo, Rang Puhar, significa esplosione di colore ed è stato scelto proprio per indicare le tante e variopinte etnie che costituiscono questo paese. "Music of Southern India" è un album vivace e colorato come i i popoli che compongono l'India, reso ancora più prezioso dai giovani, ma talentuosi componenti del gruppo: Srinath Iyer da Mumbai suona eccellentemente il violino, K.N. Venkiteswaran dà prova di grande abilità con il mridangam (tamburo a due teste che prevede una grande maestria da parte dell'interprete) e Vrunda Shukla, vocalista espressiva e creativa.

Hossam Ramzy, ci invita ad apprezzare i ritmi tribali del folclore beduino del nord Africa e della penisola arabica con una selezione di brani tradizionali da sempre suonati per matrimoni ed altre festose celebrazioni. Oltre alle tribù distribuite nei deserti del nord Africa e dell'Arabia, i Beduini ai nostri giorni vivono anche nelle città: li puoi vedere guidare una Mercedes od usare il telefonino ma quello che li rende diversi è la quasi innata capacità di orientarsi grazie a stelle e pianeti senza bisogno di bussole o navigatori satellitari, di capire se deve piovere solo annusando l'aria e di leggere nell'animo delle persone solo guardandole negli occhi. Una cultura tradizionale ricchissima che ha saputo assimilare nel corso dei secoli i principali elementi musicali dei diversi invasori, coniugandola con la tradizione orale e con il fitto scambio di informazioni tra le varie tribù attraverso le carovane che attraversano anche ai nostri giorni i deserti. "Bedouin Tribal Dance" è un album ideale per ballare con potenti ritmi arabi, diversi, anche se assimilabili, da quelli specifici per la danza del ventre, accompagnati dalle percussioni del sorprendente Hossam Ramzy.

Nei tempi più antichi, in tutto il mondo, i tamburi erano usati come mezzo di comunicazione per lunghe distanze e come accompagnamento per le celebrazioni rituali. La storia del taiko, il tamburo rituale giapponese, è vecchia come il tempo. Oltre ai reperti archeologici che testimoniano la sua presenza sin dall'antichità, si sa per certo che nel 752, nel corso di una cerimonia in onore del Buddha nel tempio di Nara in Giappone, molti suonatori arrivarono da tutta l'Asia per unirsi alla celebrazione: i taiko utilizzati in quell'occasione sono stati infatti conservati fino ai nostri giorni... Il gruppo di percussionisti Tomoe-Ryu Yutakadaiko, nato nel 1992, ha già conquistato numerosi premi e si è esibito nei principali festival nazionali con occasionali concerti all'estero, in Canada ed in Germania. "Japanese Drums" è un album di vibranti percussioni kodo che danno vita ad emozionanti ritmi che presentano i principali stili del vasto repertorio della tradizione rituale percussiva giapponese.

Tribal Beatz of Africa" è un album nato dalla collaborazione di Barry van Zyl, percussionista africano cresciuto musicalmente a Los Angeles, ed il compositore e produttore Robin Hogarth. "Tribal Beatz of Africa" vede impegnati talenti appartenenti a vari gruppi musicali che collaborano con Johnny Clegg, conosciuto in Europa con il soprannome nome di 'White Zulu', per rivelare la grande passione di questo musicista per la cultura tradizionale zulu. Umoya, che in lingua zulu significa spirito, riunisce alcuni tra i più significativi artisti del panorama musicale africano come il bassista Concord Nkabinde, il chitarrista e direttore musicale Andy Innes, la rinomata cantante Mandisa Dlanga, i vocalisti zulu Viktor Nxumalo e Bongani Masuku ed il bassista Yo Yo Buys che per l'occasione suona il chapman stick, una chitarra che va suonata con due mani, inventata da Emmet Chapman nel 1969. "Tribal Beatz of Africa" è un concentrato di ritmo e vibrante energia che ben rappresenta la vivacità e la passionalità pulsante dei popoli africani. Gli strumenti utilizzati dai musicisti di Umoya sono in gran parte quelli tradizionali come le percussioni sangoma (le sangoma sono delle guaritrici e i tamburi vengono da loro usati per invocare le divinità), il mbira (il tradizionale strumento percussivo a corda conosciuto come il 'pianoforte a dita') ed il lohi (un tipo di liuto a 3 o 4 corde). "Tribal Beatz of Africa" offre un ricco ventaglio di sonorità: il goema tipico dell'Africa del sud, il ritmo della rumba del Congo e le melodiose note della maskande, la tradizionale chitarra del Sud Africa. La musica è accompagnata da canzoni in lingua zulu che invitano a scoprire le mille bellezze della magica terra africana.

Bashir Abdel'Aal è nato a Damasco da una importante famiglia di musicisti: il padre era un famoso virtuoso di qanun, lo zither arabo, e tutti i fratelli sono eccellenti musicisti. Bashir iniziò a suonare il tradizionale flauto arabo nay, sviluppando uno stile personale che continua a contraddistinguerlo dagli altri artisti. Trasferitosi a Beirut, si impose sulla scena mediorintale come migliore flautista tanto che fu chiamato a suonare per le orchestre più prestigiose e per artisti del calibro di Farid Al Atrash, Fouad Mohammed, Mohammed Abdul Wahab ed Abdul Halim Hafiz. Nel 1977 si trasferì a Londra dove iniziò a collaborare alla realizzazione di colonne sonore di film e documentari aumentando ancora la sua notorietà. Bashir Abdel'Aal torna a stupire e in "Modern Bellydance from Lebanon" coglie il vero spirito della danza orientale caratterizzata da una grande armonia e da una straripante gioia di vivere. I ritmi di questo album sono caldi e appassionati come i movimenti delle ballerine e le note del nay, suonato dal grande maestro, hanno la stessa grazia della danza del ventre.

I Jaleo hanno iniziato a fare concerti in tutta Europa nel 1988 e da quel momento non si sono più fermati e sono diventati sempre più richiesti da tv, radio e dai vari teatri del mondo. Da più di venti anni i Jaleo cavalcano le scene dei palcoscenici più prestigiosi, avendo conquistato la stima di un pubblico molto vasto che non smette di appassionarsi alla loro musica. Quello che conquista di questo gruppo è sicuramente l'approccio autentico e carismatico, a volte serio altre più giocoso, ma sempre sincero e spontaneo. Vibrante e dinamico, virtuoso e innovativo, questo album riflette fedelmente la magia ed il colore della vita andalusa. I Jaleo sono particolarmente noti per le loro esibizioni dal vivo: per chi non ha avuto ancora la possibilità di assistere ad uno dei loro indimenticabili concerti, "Flamenco Live", che riesce a catturare l'energia e l'atmosfera del loro stage, è un album seplicemente da non perdere.

 La musica di Hossam Ramzy rappresenta infatti un grande ponte che passa per Libano, Kuwait e Arabia Saudita spingendosi fino al Marocco. Il rai è la musica folk nata in Algeria, poi diffusa in tutto il medio oriente. Rai, come spiega lo stesso autore in un breve intervento sul libretto del cd, significa opinione: "Egyptian Rai" è la voce dei sentimenti e delle emozioni dei giovani che spesso vengono soffocati dalla società moderna. L'idea alla base di "Egyptian Rai" è quella di far conoscere le tante sonorità, i ritmi e canzoni di svariati paesi arabi miscelando i bassi del rock e del funk con i ritmi jazz del sax. "Gani Lasmar" è un brano che appartiene al folklore dell'Arabia Saudita caratterizzato dal ritmo adani tipico dello Yemen; "Othrak Ma-Ak Othrak" è una canzone d'amore del Kuwait; "El-Hawzi" è un pezzo che ci porta in Marocco alla scoperta della musica dei beduini Hawzi. Il grande Hossam Ramzy ci guida in questo viaggio alla scoperta del vicino oriente dandoci la possibilità di conoscerlo da una prospettiva del tutto nuova: quella della sua musica.