Questo libro raccoglie i principali saggi di Orage sull’anima e sulla coscienza, scritti in un lasso temporale che va dal 1907 al 1914. È interessante seguire in essi quel filo evolutivo che porterà il loro autore ad aderire a un certo punto all’esperienza gurdjieviana.
Leggendoli, se ne ricava da un lato l’impressione di un progredire continuo verso la conoscenza; d’altro lato, vi sono delle costanti acquisite che di epoca in epoca restano uguali, e che possono essere considerate il marchio specifico di Orage: la fluidità del ragionamento, il respiro e la vastità dei riferimenti, la capacità di utilizzare le fonti naturali e scritturali in senso anagogico, ovvero come esempi che aiutino a crescere in una nuova dimensione: dimensione che dapprima definì come superumana e poi, più semplicemente, come anima.
Orage ci incita ad attraversare il deserto della meccanicità, della pigrizia, dell’egocentrismo, e le sue parole – cosa rara – furono coerenti col suo vivere. Il libro è stato curato da Dario Chioli, che vi ha aggiunto un’introduzione, un apparato di note e la più vasta bibliografia su Orage mai apparsa in Italia.