|
Spunti e intuizioni per immergersi nel sapore della propria natura essenziale.
Dal primo capitolo: LA DISTANZA FA LA DIFFERENZA L’uomo è consapevolezza, consapevolezza continuamente desta. Egli non è colui che sperimenta, ma colui che sa: ecco la realtà. Tuttavia, la nostra condizione mentale non è quella di colui che conosce, bensì quella di colui che fa l’esperienza. Quando colui che conosce è tutt’uno con colui che sperimenta, quando egli non è più cosciente, ma piuttosto si identifica con l’azione stessa; quando non resta un testimone distaccato che osserva ciò che accade da lontano, ma partecipa all’azione, allora avviene l’identificazione, si diventa una cosa sola con l’atto. Questa identificazione impedisce il nostro risveglio, perché per essere svegli e consapevoli è necessaria una distanza, una prospettiva su ciò che accade. Una persona che voglia dimenticare l’infelicità non potrà mai risvegliarsi ed esserne consapevole. Come possiamo diventare consapevoli di qualcosa che tendiamo a dimenticare? Solo ricordando possiamo diventare consapevoli. Dunque, solo mettendo a fuoco il dolore possiamo divenirne consapevoli. Ogni volta che sei infelice, prendila come un’opportunità. Siine totalmente consapevole, e otterrai un’esperienza meravigliosa. Quando diventi totalmente consapevole del tuo dolore, quando lo guardi in faccia, senza fuggirlo, avrai un’intuizione del tuo esserne separato.
La vita è un’ascensione positiva, non una discesa negativa; un raggiungimento positivo, non una rinuncia negativa. Man mano che la consapevolezza del testimone si approfondisce, vengono alla luce nuovi livelli di beatitudine. I livelli dell’infelicità si allontanano, ogni scoria viene gettata via. Scarti i ciottoli, e tra le mani cominciano ad apparirti i diamanti.
Dal terzo capitolo: IO SONO PRONTO, SE TU LO SEI Pochissima gente è in grado di riconquistare questo paradiso. Le persone, in genere, vivono in uno stato di "paradiso perduto"; la situazione di "paradiso riguadagnato" accade nella vita di pochissimi. Tutti noi perdiamo il nostro paradiso, naturalmente, ma non lo ritroviamo più. Se si riesce a diventare come bambini prima della morte, il paradiso ritorna. Se un vecchio riesce a vedere il mondo con l’occhio di un bambino, la pace, la gioia e la beatitudine che discendono su di lui sono al di là di ogni immaginazione.
Ciò che chiamiamo vita non è diverso dalla messa a fuoco di una cinepresa. I momenti catturati, che una volta consideravamo tanto importanti, non sono altro che immagini proiettate su uno schermo.
La verità non si può scoprire con i soldi. In realtà, fino a quando non sarai pronto ad abbandonare te stesso non riuscirai a raggiungere la verità, per quanto tu possa rinunciare a tutto il resto. La verità non può essere scoperta abbandonando ciò che si ha, ma scomparendo rispetto a ciò che si è.
Impazienza e serenità non possono accompagnarsi; impazienza vuol dire tensione, agitazione, eccitazione. Una mente simile non potrà che fallire. La pazienza assomiglia al mare calmo: come uno specchio, non ha alcuna increspatura. Il fatto interessante è che, quando la luna vi splende sopra, se il mare è calmo e simile a uno specchio, può catturarne il riflesso, in questo stesso momento. Ma un mare agitato, pieno di onde, non può catturare la luna.
Non esiste gioco d’azzardo più rischioso della ricerca spirituale. In natura, tutte le altre scommesse sono inezie: scommetti, vinci o perdi qualcosa, ma restando sempre in disparte. Nel caso della religione scommetti il tuo sé, e quindi è fuori luogo parlare di perdite o vincite. Infatti, quando hai scommesso te stesso, chi vince o perde? Adesso tu sei la posta: non c’è modo di perdere o vincere. Ora sei finito. Lascia che questo ti sia chiaro.
Dal quarto capitolo: IL RAGGIO DELLA VOLONTA’
Una mente risoluta contiene potenzialità meravigliose. Una mentalità vittimista è più responsabile di una vita di sconfitte di quanto lo siano le circostanze. Il mondo in quanto tale ha poco a che fare con i fallimenti delle persone: il novanta per cento della responsabilità è delle persone stesse. Quando si è pronti al novanta per cento ad andare incontro a un fallimento, sarebbe troppo se il mondo non collaborasse almeno con il dieci per cento… Lo stesso principio si applica a coloro che ottengono un successo dietro l’altro. Chi è sano e chi è sempre malato, chi è sereno e chi è continuamente teso, sono tutti soggetti allo stesso principio. In profondità, tutto ciò che vuoi essere è ciò che diventi. I pensieri diventano oggetti e avvenimenti, creano la tua personalità. Solo noi siamo fondamentalmente responsabili del nostro modo di vivere e della qualità della nostra vita. Solo noi gettiamo la basi della vita che viviamo. Una volta compresa questa verità, ciò che sto spiegando ti diventerà chiaro.
Proprio come il vento, che va e viene senza alcun motivo né significato, o come un filo d’aria che entra nella tua stanza e ne esce, senza alcuna ragione. Un essere il cui andare e venire è immotivato, privo di desideri come il vento, viene definito Tathagata. Ma chi è che va e viene come il vento? Solo colui che ha conseguito il tathata può scorrere come una brezza; solo colui il cui andare e venire non fanno differenza, può muoversi come una brezza. Se egli ha bisogno di venire, viene; se ha bisogno d’andare, va.
|