Oliver Lodge, noto soprattutto come grande fisico, rettore dell'Università di Birmingham all'inizio del Novecento, rientra nel novero degli scienziati che, a cavallo fra il cosiddetto "secolo della ragione" e l'inizio dell'era contemporanea, tentano la difficile sintesi fra il positivismo, ovvero la grande illusione che attraverso la scienza sarebbe stato possibile offrire una risposta definitiva a tutte le domande esistenziali dell'uomo, e il neoidealismo, in pieno sviluppo, che attraverso il percorso di Benedetto Croce ravvicinerà filosofia e fede.
L'Essenza della Fede, in accordo con la Scienza, non è propriamente, come recita il sottotitolo dell'edizione originale, un "catechismo ad uso dei genitori e degli insegnanti". È la sintesi del tormentato percorso di un'intera generazione di studiosi che nella scienza ripose fede cieca e dogmatica e che scoprì all'improvviso quel senso del dubbio che pervaderà l'intero secolo successivo.
L'opera apre un ciclo di scritti, insieme manuali di religione e di scienza, che prosegue con Man and the Universe e Survival of Man, pubblicati rispettivamente nel 1909 e nel 1910. L'Essenza della Fede ebbe grandissima fortuna all'epoca, con oltre dieci edizioni in pochi anni, e una traduzione italiana a opera di Alessandro Chappelli, che qui viene ripresa, non senza correzioni e revisioni dal testo originale. Finì successivamente nell'oblio, dal quale è stata salvata non solo per l'indubbio valore storico ma anche per la rinnovata attualità.