L'unico paese al mondo ad aver prodotto una letteratura sapienziale, scritta, orale e vasta, è stato l'India. Tra questa massa himalayana di materiali spiccano le Upanishad, che Osho vede come la più elevata espressione del misticismo indiano.
"Il mondo delle Upanishad è molto vicino al mio approccio alla verità. Infatti, ciò che sto facendo sta dando nuova vita allo spirito delle Upanishad. Esse sono l’anima di questo paese, non solo: sono l’essenza di tutte le persone religiose mai esistite! Nei miei discorsi io non le commenterò. Al contrario, risponderò loro. Le riecheggerò, sarò solo un’eco..."
E nei diciassette discorsi di Osho raccolti in questo volume, ecco prendere forma un invito millenario a giocare alla vita, a vivere il mondo come una possibilità, senza avere una meta o un fine - neppure quello della realizzazione spirituale - come scopo. Si tratta di comprendere che l’esistere è un viaggio in cui l’importante non è raggiungere qualcosa, ma mettersi in cammino, coltivando amorevolmente, come se fosse un seme, la consapevolezza della propria natura di Budda: "Quando nasci, la vita non è manifesta al massimo del potenziale, è al suo minimo. E se ti fermi, vivrai una vita prossima alla morte. La nascita offre solo un’opportunità, crea uno spiraglio. La vita è il tuo sforzo per realizzare quel potenziale."
Accanto a una trasmissione orale della saggezza che accompagna lo spirito dell’uomo sulla terra, Osho ha perfezionato tecniche di meditazione che aiutano a cogliere nel proprio esistere le comprensioni che egli trasmette. E quest’opera tratta in profondità tutti gli aspetti della meditazione, permettendo così di immergersi nell’intensità e nella totalità che sono il respiro vero di questa Kena Upanishad.
Questa interazione è stata colta e riassunta brillantemente da R.E. Gussner, professore della facoltà di religione dell’Università del Vermont, negli Stati Uniti: "Le Upanishad trattano della suprema saggezza, Osho spiega come viverla."