Pepe Carvalho, dopo tanti anni, viene richiamato a Madrid. Stavolta non per risolvere un caso ma per occuparsi degli invitati a una premiazione di gala.
A bandire il lauto premio letterario è Làzaro Conesal, pescecane della finanza, re di quella corte dove la politica e l'economia si intrecciano selvaggiamente. Ma l'imprenditore ha ormai le ore contate e non gli resta che il prestigio culturale per cercare di salvare la propria immagine, gravemente minacciata dal corso della Storia. Non c'è dubbio,
Madrid è molto diversa da come Pepe se la ricordava. Resta solo la bella Carmela, un po' più in carne e ancora più appetibile di un tempo, che lotta con passione per i suoi ideali. Il quadro tratteggiato dalla penna corrosiva di Montalbàn è desolante, e il suo umorismo tanto irresistibile quanto attuale: politici rampanti in attesa di un imminente cambio di governo; scrittori dalla lingua - e forse dalla mano - assassina; tronfi premi Nobel e trepidanti giovani promesse; critici venduti e accademici mummificati, donne risentite e industriali corrotti. Tutti, va da sé, pronti a tradire.
Presto farà la sua comparsa un cadavere eccellente: quello dello stesso Làzaro Conesal, avvelenato in circostanze sordide. Mentre balza da un jet privato a una Jaguar, Pepe Carvalho si immerge in queste acque sporche per regalarci la disincantata immagine di una nuova Spagna postmoderna e liberista.