«Intervistai Carlos Castaneda a Los Angeles e fu un’esperienza molto interessante. Ci raccontò le sue vicende con franchezza e semplicità, narrando episodi centrali della sua vita da un punto di vista inedito e fornendo chiavi di lettura nuove per chiarire alcuni passaggi oscuri dei suoi libri.»
Questo il commento di Graciela Corvalán, studiosa del misticismo contemporaneo, che nella presente intervista, una delle poche concesse da Castaneda, affronta questioni e passaggi fondamentali del pensiero e della ricerca spirituale del grande antropologo: dall’incontro con lo «stregone» messicano don Juan Matus avvenuto in Arizona nel 1960 – un fatto che segnerà per sempre la sua vita – alle avventure dei protagonisti dei suoi libri (la Gorda, don Genaro, le sorelline…), fino ai concetti-chiave della sua opera (le sfere del «nagual » e del «tonal», l’esperienza del sogno, l’arte dell’agguato). Quella che Castaneda indica è la «via del guerriero», un percorso iniziatico che ci offre i mezzi necessari per rompere le catene e destarci dalla nostra trance quotidiana; per liberarci dalla servitù e comprendere la differenza tra «una vita davvero libera e una senza scopo in una società malata, alla deriva in una tempesta cosmica».