Il maestro sufi Abû ‘Abd al-Rahmân al-Sulamî, vissuto nell’XI secolo nella città persiana di Nîshâpûr, descrive nei suoi testi la progressione delle tappe e degli stati spirituali della via iniziatica di quel particolare gruppo di Sufi noto come i Malâmatiyya, ovvero la “Gente del Biasimo”, di cui egli era uno dei principali rappresentanti. I tre testi appartengono a quel particolare genere di letteratura religiosa finalizzato all’istruzione dei discepoli, e sono la prova evidente di un metodo di trasmissione della conoscenza ancora attuale.
Nei tre testi del libro lo Shaykh Sulamî spiega ad un murîd, colui che aspira a conoscere la Verità, come progredire attraverso le tappe di un percorso ben codificato, e indica come elementi basilari per un effettivo progresso: la presenza di un murshid, cioè di una guida spirituale, il rispetto della Legge sacra, il distacco dal mondo, l’umiliazione della propria anima, le buone maniere di comportamento da adottare con gli anziani maestri e i giovani confratelli. Solo per mezzo della guida di un maestro autentico e vivente, spiega lo Shaykh, e attraverso la disciplina spirituale, l’uomo potrà intraprendere il cammino verso la Conoscenza del Vero.