La globalizzazione senza controllo dell’economia ha generato una bolla che distorce la nostra percezione della realtà. Sullo sfondo c’è una concezione effimera della “ricchezza”, alimentata dalla mancata presa di coscienza del deterioramento degli ecosistemi della Terra. E' la bubble economy: un’economia virtuale, basata sulla predazione selvaggia delle risorse naturali e impermeabile a qualsiasi criterio di pianificazione del loro prelievo e uso.
Il quadro reale che ne risulta è fatto di foreste che svaniscono a ritmi inconciliabili con la loro rigenerazione, pascoli che regrediscono a superfici desertiche, falde idriche che si abbassano, oceani sulla via di una carestia biologica senza precedenti. Intanto, mentre i suoli di una larga porzione della Terra vengono ridotti a una poltiglia sterile nemmeno più in grado di sostenere una agricoltura di sussistenza, la distruzione degli habitat e il cambiamento del clima fanno il resto, creando uno scenario ambientale che la filosofia del business as usual aggrava di giorno in giorno, minacciando l’umanità.
Serve un “Piano B” - come lo definisce Lester Brown - una strategia alternativa che consenta di fermare per tempo la crisi ambientale in atto, aggredendola a monte. Non miracoli o ricette visionarie, ma una rilettura pragmatica dell’economia e dei dati della scienza. Lo scopo è restituire alla nozione di benessere e di ricchezza il vero significato, e all’ambiente e alla società una concreta possibilità di ripresa.