Quanto “sentiamo di rischiare” prendendo un aereo, camminando per strada, alimentandoci in un certo modo, vivendo o lavorando in un certo luogo? E quanto è corretta questa nostra percezione del rischio?
Troppo spesso i timori maggiormente radicati nell’opinione pubblica sono figli di atteggiamenti poco fondati, fantasiosi o addirittura basati sulla superstizione; mentre viene riservata pochissima attenzione agli strumenti già disponibili che consentono di controllare molti fattori di malattia, di morte e di deterioramento ambientale, come per esempio gli inquinanti dell’aria. In altre parole si asseconda lo straordinario potere autosuggestivo della società per poi trascurare le minacce reali alla sicurezza dell’ambiente e della salute. Ma una società che alimenta una nozione di rischio filtrata unicamente dall’autosuggestione trasforma a sua volta se stessa in fonte continua di rischi.
Con chiarezza e abbondanza di argomentazioni, il testo di Cass R. Sunstein rivendica la necessità di un’analisi razionale del rischio ambientale, e di una sua comunicazione corretta al pubblico.
Viene messo in luce un principio elementare ma nel tempo stesso difficilissimo da applicare: nel gestire il nostro rapporto con l’ambiente è necessario tenere conto dei costi e dei benefici oggettivi, perché sia possibile riflettere ciò che la statistica indica come significativa minaccia per la sicurezza.
Mentre è ovvio che non tutto può essere risolto attraverso valutazioni puramente quantitative - come sostiene lo stesso Sunstein - è indispensabile che le scelte politiche e normative si basino su elementi il più possibile razionali, i soli in grado di consentire una vera prevenzione senza sprecare risorse importanti in settori marginali. Si tratta di un tema fondamentale e spesso sottovalutato della cultura ambientale moderna, che richiede dibattito sia nell’opinione pubblica sia fra i policy maker.