Marco Todeschini è stato sicuramente uno degli scienziati più singolari ed eclettici tra le "voci fuori dal coro" delle scienze fisiche. Dopo un’introduzione che illustra gli aspetti più salienti della vita di questo originale scienziato, il libro presenta al lettore l’aspetto più originale dell’opera di Todeschini: la “teoria psicobiofisica”.
In base a questa teoria i moti di tutti gli oggetti nell’universo, dall’infinitamente grande all’infinitamente piccolo, sono secondo Todeschini rapportabili ad una unica sostanza invisibile e sottile denominata “etere” esistente ovunque nell’universo. Un etere concreto che riempie tutto lo spazio, in opposizione a quel vuoto assoluto su cui era basata la fisica tradizionale fin dai tempi di Newton.
Nella visione di Todeschini le “forze” che sembrano esplicarsi nell’Universo, come le aveva prima concepite Newton e poi Einstein, non esistono realmente ma sono solo apparenze. Secondo Todeschini, i corpi nell’Universo si muovono non perché sono sottoposti a forze inerziali in uno spazio completamente vuoto ma solo perché vengono trasportati da vortici di etere in perenne rotazione e vibrazione.
Le vibrazioni dell’etere sono proprio quelle che noi percepiamo fisiologicamente come “sensazioni”. Infatti sono i movimenti dell’etere a generare reazioni meccaniche nei nostri cinque sensi ed è solo la psiche – identificabile secondo Todeschini con l’anima – a trasformare questi stimoli di natura esclusivamente meccanica in reali sensazioni, quelle che ci danno piena coscienza di essere vivi.