Diciamo “che bel paesaggio” e non comprendiamo che immensa preziosa operazione stiamo facendo, pronunciando quelle giuste e semplici parole. È ora di sapere cosa sia veramente il paesaggio. E, quanto più aumenta il gusto di viaggiare, tanto più è opportuno che si sviluppi il piacere di guardare. Questo libro è un buono strumento – colto ma trasparente – per scoprire la nostra interiore camera oscura. È il libro che un buon viaggiatore dovrebbe rammentare di portare con sé.
Siete sicuri di sapere esattamente cosa sia quello che chiamate “paesaggio”? Cosa fate ogni volta che con molto semplicità vi ritrovate a dire “che bel paesaggio”? Siete responsabili in quel momento di un’esperienza e di un’operazione culturale. State facendo tesoro di un’immagine che avete “scelto”, “tagliato”, “montato” secondo criteri che, spesso inconsapevolmente, vengono da forme di espressione che hanno esercitato l’arte del vedere (l’arte pittorica, innanzitutto, la fotografia, il cinema ecc.). Raffeale Milani ricostruisce per noi questi percorsi e ci avvicina sapientemente al piacere di guardare che è anche l’unica vera ricchezza che, turisti o no, scalatori o semplici passeggiatori, esteti o meri degustatori del bello, noi possediamo.
Quello di paesaggio sembra un concetto acquisito e scontato nella nostra vita. Ma non lo è. Il paesaggio è insieme luogo della vista, della memoria e dell’affetto: ogni sguardo incontra un paesaggio, ma al contempo lo ricrea fino a idealizzarlo. Visione e sentimento si muovono insieme, creando una sorta di benefico cortocircuito fra bellezza ed emozione, fra immagini e affetti. Raffaele Milani ci accompagna alla scoperta e al piacere di “guardare” davvero, in un viaggio attraverso i secoli (dalla Bibbia al mondo omerico, da Rousseau ai film di Ang Lee) e attraverso i luoghi (dai Leoni di Micene al prato di stoppie dietro casa nostra, al deserto di Gobi).
Scandito in quattro tappe (I piaceri del turista illuminato; Il mito dello sportivo; Scenari di bellezze naturali; La contemplazione del paesaggio), dense di stazioni di posta, di ostelli e di locande, questo libro ci insegna a riscoprire una contemplazione nuova e consapevole delle forme che chiamiamo mondo.