A fronte di una comunità politica e culturale chiusa fra il “niente” e l’atto (non solo terroristico), è obbligatorio trovare una nuova strada a quello che per molte generazioni è stato chiamato “impegno”. Che cos’è l’impegno per Benasayag? Mettendo in discussione la posizione centralizzante di molti movimenti contemporanei per cui è sufficiente sostituire un’idea universale cattiva con una buona, Benasayag sostiene che la molteplicità delle iniziative costituisce la vera forma di resistenza creativa al neoliberismo.
I Forum sono un’iniziativa utile, dice, se servono a scambiarsi le esperienze della molteplicità dell’impegno, ma diventano sterili quando si illudono di far emergere altri modelli di società. La grande illusione – comune ad alcuni new global e ai partiti di sinistra – sta nel credere che questi legami si possano costruire dall’alto, a partire da un modello, da un programma. Il motore dei cambiamenti sta invece nei movimenti di base. E in effetti i vocaboli meno strettamente politici di questo abc (e sono la maggior parte, la più gustosa, la più coinvolgente) insistono nella critica al neoliberismo e al modo di vivere che comporta e sulla necessità di resistervi creando alternative partendo da situazioni concrete.
Benasayag intende questo libro come uno strumento, e di fatto lo è. Di parte, eccessivo talora, comunque generoso è uno strumento per tutti coloro che hanno scoperto o cominciano a scoprire nuove forme di aggregazione politica o più semplicemente nuove forme per non essere succubi e sudditi del neoliberismo.
“La nostra è l’epoca dei proclami, delle informazioni terribili e delle parole di denuncia. Eppure tutti questi discorsi non riescono più a raggiungerci, tanto sono lontani dalla realtà. Restiamo insensibili, divisi tra due sentimenti di impotenza. [...] Questo dizionario dell’impegno vuole essere una ‘scatola degli attrezzi’ per i nostri tempi: per ripensare, ricollegare certi concetti e certe parole al quotidiano, allargare queste maglie così strette perché, nell’immediato, non ci sia più soltanto un feedback individualista ma anche un pensiero favorevole alla creazione di legami.”