Quando alla fine degli anni sessanta un gruppo di giovani inaugurò a Brekelen, piccola città olandese, il primo "world shop" (bottega del mondo), non poteva immaginare quale sviluppo avrebbe avuto il movimento del "fair trade" (commercio equo).
Oggi il "fair trade" è una realtà che coinvolge decine di migliaia di volontari e centinaia di associazioni in tutta Europa (ma anche nell'America settentrionale, in Giappone, in Australia ecc.) e più di un milione di lavoratori (contadini, artigiani ecc.) organizzati in cooperative, associazioni, comunità del Sud del mondo.
A partire dall'analisi del "fair trade", delle sue potenzialità e dei suoi limiti, il libro studia le risposte della società civile internazionale (ONG, "non profit", finanza etica) alla globalizzazione e alla rapina di un'economia monetaria virtuale. I contributi teorici più significativi riguardano sia un approccio « sociale » alla teoria della moneta, sia un'analisi del «comportamento e del ruolo dei consumatori» in una fase storica - quella che stiamo vivendo - in cui si è perso il senso e la direzione dell'agire sociale.
L'esposizione non è rivolta solo agli addetti ai lavori, ma intende diffondere la conoscenza delle organizzazioni "non profit" (in particolare il commercio equo e la finanza etica) che in vario modo contribuiscono sia a proteggere la società, sia a gettare semi per la costruzione di un'economia «altra».