La più straordinaria macchina inventata e costruita dall'uomo non è altro che l'organizzazione sociale. La falange macedone, l'organizzazione dell'Egitto faraonico, la burocrazia celeste dell'impero dei Ming sono "macchine" sociali. In queste organizzazioni di massa, come in quelle a noi più vicine della fabbrica fordista, della macchina di guerra e di sterminio del regime nazista, del socialismo burocratico, l'uomo diventa l'ingranaggio di una meccanica complessa che raggiunge una potenza quasi assoluta: una "Megamacchina", appunto.
E attualmente i meccanismi del mercato mondiale stanno combinando sotto i nostri occhi i diversi ingranaggi di una Megamacchina di dimensioni planetarie.
Tecniche sociali e politiche, tecniche economiche e produttive si scambiano, si fondono, si completano, si articolano in una vasta rete mondiale realizzata da gigantesche società transnazionali che mettono al loro servizio Stati, partiti, sette, sindacati, organizzazioni non governative, ecc. Il dominio della razionalità tecnoscientifica ed economica dà alla Megamacchina contemporanea un'ampiezza senza precedenti nella storia degli uomini. Di questo parla il libro di Serge Latouche.
Certo gli effetti distruttivi del legame sociale e dell'ambiente prodotti dalla Megamacchina e dal suo apparato tecnoscientifico sono ampiamente illustrati e denunciati, insieme con le illusioni del progresso; ma rassicurerà il lettore sapere che l'autore, né tecnolatra né tecnofobo, a differenza di altri critici della modernità, nega la fatalità del totalitarismo tecnico.