"In giardino non si è mai soli" perché la disciplina di un onesto e sapiente giardiniere ha a che fare con delle vite, di più: con delle personalità. Ogni pianta, ogni fiore, ogni ortaggio di cui si parla in questo testo ha un’identità, e l’identità si trascina bisogni, modi, persino capricci.
Nulla è semplice in un giardino, a cominciare dalla terra che il giardiniere deve "sentire" e lavorare anche e soprattutto con le mani. La bellezza di un giardino è frutto di pazienza e amorosa dedizione. Paolo Pejrone (che raccoglie e rielabora il materiale della sua rubrica Fiori e giardini su "Tuttolibri") ci parla dei grandi e piccoli giardini che ha conosciuto, quelli vivi e quelli che hanno perduto lo splendore originario, "ficca il naso" dove l’ambizione o l’ignoranza hanno prodotto mostri buoni solo per l’omogeneizzata meraviglia dei visitatori domenicali, ma soprattutto tiene il diario stagionale del suo lavoro tessendo di volta in volta l’elogio della robusta e scenografica camelia sasanqua, della superba rosa bacteata, della fragola gentile, della begonia che "non ama essere disturbata", della facile ortensia modaiola.
Come guardare, cosa fare, come "intrattenere": le piante chiedono, il bravo giardiniere risponde. Un libro confidenziale, un libro persino arrabbiato (quando la cura lascia il posto ai guasti), un libro che informa il dilettante e stimola il professionista.