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Lo scopo di questo libro è di far conoscere alcune esperienze cliniche e la metodologia adottata per affrontarle. Tale procedimento è frutto dei miei studi, ma anche e soprattutto dell'osservazione e dell'interpretazione delle reazioni e dei risultati terapeutici ottenuti con centinaia di pazienti. Nel corso della trattazione parlerò in prima persona: potrà risultare antipatico e apparire autocelebrativo, ma, vista la storia assolutamente personale di queste esperienze, non ho trovato una forma più adatta per rivolgermi al lettore. Vi sono alcune differenze di impostazione fra un capitolo e l'altro: tenete conto che i casi clinici esposti sono disparati e che l'excursus presentato in questo volume si snoda lungo un periodo di trenta cinque anni.
Rendere tutto assolutamente omogeneo a posteriori non avrebbe rispettato le esigenze della materia da trattare falsando inoltre l'evoluzione della metodologia adottata. Per farvi capire come sono arrivato a curare nel modo che scoprirete leggendo più avanti, voglio prima esporvi alcune mie esperienze di studente e poi di medico: è probabilmente la storia di molti di noi, il percorso mentale che si dipana nel corso di un frammento di vita, e che fa parte dell' evoluzione cui tutti siamo soggetti. Ho già raccontato queste impressioni con parole diverse nella prefazione al mio primo libro La medicina dei semplici, quindi chi già le conosce, può andare oltre.
Quando nel 1972 al quarto anno di medicina frequentavo le cliniche universitarie notavo che pazienti dimessi come guariti, spesso tornavano a ricoverarsi per la stessa malattia, o per patologie anche più gravi. Turbato da questo fatto, cominciai a rendermi conto che non di rado i farmaci somministrati durante la degenza ottenevano l'effetto di mascherare i sintomi delle patologie ma non quello di guarire i malati.
(Tratto dall'introduzione)
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