Studioso trasversale di numerose discipline, Mario Pincherle fa finalmente il punto della situazione rispetto ad un tema essenziale per l’evoluzione della pericolante umanità contemporanea. L’autore ci mostra in questo nuovo libro un panorama avvincente della storia degli Archetipi, del loro uso nell’antichità e di quello che ne può fare l’uomo nuovo per liberarsi dall’illusione del “male”.
Gli Archetipi sono i ventidue strumenti con i quali Dio ha «progettato e “dipinto” l’universo». Ventidue “funzioni” basilari della vita che vanno ad intersecare suoni, lettere, colori, disegni, pensieri e azioni.
La comprensione profonda di funzioni come quella penetrante, stringente, contenente, ruotante e via via sino a comprendere tutte le altre dell’insieme, dove ci può condurre sulla strada della crescita interiore? Oggi non c’è più, come nelle lingue antichissime, la corrispondenza precisa fra parola e cosa, tra parola e pensiero, tra parola e colore.
Apprendiamo invece che in tutte le lingue, a suoni uguali corrispondono lettere graficamente simili. Allo stesso modo le forme sono infinite, ma le funzioni sempre e solo ventidue, quelle ventidue che stanno alla base della formazione di tutto l’universo. Il pungiglione, ad esempio, è presente in natura sotto infiniti aspetti e con infinite sostanze, ma con un’unica funzione, che è quella del “pungere”.
Questa funzione lega materia e spirito, corpo e pensiero, tanto che rispetto al “pungere” si può parlare di una forma pungente, di un colore o di un suono penetrante e di un odore acuto! Finché non capirà il significato degli Archetipi l’uomo sarà dualista, in perenne lotta tra il bene e il male, in preda all’“Error Diabolicus”.
«Col pensiero dialettico non si è risolto nessun problema, ma, uscendo dalle forme e osservando il proprio pensiero e i suoi Archetipi, l’uomo sta per scoprire di avere la stessa matrice universale da cui sono nati tutti gli esseri viventi e da cui è uscito l’intero cosmo. Il piccolo uomo comincia a scoprire il Grande Uomo, quello che non ha confini. E ne sente la voce». La stessa che hanno sentito e trasmesso tutti i pionieri degli Archetipi.