Antico poema epico, libro preferito da molti indù, il Ramayana conserva un fascino inalterato che dura nel tempo.
È una delle maggiori opere di tutto il patrimonio letterario indiano e narra le vicende di Rama, l’avatar di Vishnu incarnatosi come re al fine di ristabilire i valori del dharma (giustizia e rettitudine).
La versione originale del Ramayana di circa 24.000 versi viene attribuita a Valmiki, un saggio illuminato che, dalle vette del suo elevato stato di unità, lo trascrisse in forma di verità rivelata. Il testo tramandato fino ai nostri giorni ha visto varie edizioni, riassunti e adattamenti.
Sergio Peterlini, autore e curatore di alcuni importanti testi spirituali, ci offre una versione del Ramayana che nasce da un lungo lavoro di valutazione e confronto delle versioni antiche e più recenti, nello sforzo di offrire una lettura gradevole, senza perdere i profondi insegnamenti che racchiude.
“Per la protezione del giusto, per la distruzione del malvagio e per ristabilire la rettitudine sulla terra, Io m’incarno di epoca in epoca”. - Bhagavad Gita Queste immortali parole di Krishna, l’incarnazione divina apparsa sulla terra circa 5000 anni fa, descrivono perfettamente la ragione dell’avvento di Rama, avvenuto molto tempo prima, nel Treta yuga, un tempo in cui gli dèi camminavano ancora sulla terra e potenti demoni la dominavano.
Il presente Ramayana narra le gesta di questo avatar, con l’effetto di elevare la mente di tutti coloro che aspirano alla vera Conoscenza.