Il principio di Rudolf Steiner è quello di un bambino che attraversa il bosco a piedi per tornare a casa la sera, cercando frutti selvatici per aggiungere qualcosa ai magri pasti familiari: è l’inizio di un povero tra i poveri.
Uscirà dall’esperienza terrena dopo aver costruito un seguito di migliaia di persone pronte ad ascoltare le innumerevoli conferenze che per anni ha tenuto con ritmi forsennati in tutta Europa, lasciando dietro di sé un numero enorme di appassionati e cultori delle sue opere.
Quello che è accaduto tra il principio e la fine - il percorso di vita - è un susseguirsi di eventi e di incontri, di un'indomita dedizione, difficile a credersi possibile. Una dedizione consacrata all’obiettivo di costruire un insegnamento che sia utile alla vita: rimanere saldi nell’impresa di esistere, come individui liberi e responsabili di sé stessi.
“Non c’era tempo da sprecare. Studiare e ancora studiare. Una volta percepita l’essenza del Cristo, occorreva rielaborare il pensiero in una cornice diversa e accessibile alla vivida immaginazione di chi aneli alla congiunzione di sensibile e soprasensibile. Doveva abbandonare per sempre la filosofia, lasciandola alla speculazione di chi ormai non sapeva che guardare il mondo con freddo e distaccato intellettualismo.