I discorsi di questa raccolta sono particolarmente importanti per le insolite idee e sfumature che Krishnamurti ci offre sui temi che affronta.
Per esempio, nel secondo discorso solleva varie questioni sull’insicurezza, la frammentazione, l’identificazione e la paura, ma insiste sull’importanza di ascoltare semplicemente le domande e di non fare assolutamente niente a riguardo.
“
Ciò che conta è porre la domanda... Lasciate che sia la domanda stessa a rispondere”. Nell’essenza e nel tono dell’ultimo discorso c’è invece una grande intensità emotiva. Qui Krishnamurti ci sollecita a comprendere che se non ci liberiamo delle nostre ferite, dei nostri conflitti, delle nostre paure e delle nostre sofferenze, se restiamo nel piccolo mondo delle nostre competenze, stiamo sprecando la vita. La libertà, dice, è “il primo passo”.
Il discorso si conclude con un commento intensamente spirituale, scaturito dalla sua profonda osservazione: “
Se vi date con il cuore, la mente e il cervello, c’è qualcosa che va al di là di tutti i tempi: la benedizione. Ma non nei templi, nelle chiese o nelle moschee. Quella benedizione è lì dove siete”.
Indice:
Primo discorso
Il nostro cervello, che quando va in una certa direzione è straordinariamente libero, è psicologicamente zoppo
Secondo discorso
Il pensiero e il tempo stanno sempre insieme
Non sono due movimenti distinti
Terzo discorso
La sofferenza fa parte del vostro egoismo, del vostro agire egocentrico, incentrato su di voi
Quarto discorso
Esiste una meditazione che non sia generata dal pensiero?