"Anche se nulla distingue questo mattino da un altro, anche se questo mattino ripete tutti gli altri, non potrebbe essere forse qui il momento decisivo? Il momento in cui, finalmente, trovare un punto di appoggio; in cui la ‘vera vita’ potrà finalmente iniziare. Si tratta di ‘accedere’ non a ciò che si cela o dissimula, ritraendosi o fuggendo, ma, al contrario, a quanto non cessa di erigersi davanti ai nostri occhi, a imporsi nel suo sempiterno bagliore e sciabordio, a quanto sono già ‘abituato’, che mi è immediatamente familiare e, proprio per questo, non riuscendo a coglierlo in ciò che ‘è’, mi rimane in-audito.”
Quella che François Jullien racconta nel suo nuovo libro è la storia di tutti.
Perché chi mai non si è scoperto stanco, col passare dei giorni, dello spettacolo meraviglioso del cielo, o del volto dell’amante, o persino di essere vivo?
Cerchiamo sempre la certezza, ma arriva il momento in cui la certezza ci sfianca.
La realtà diventa sterile e logorante. Eppure, far traboccare l’esperienza è possibile.
Dobbiamo aprire una breccia nella struttura ripetitiva e rigida delle nostre convinzioni e delle nostre abitudini, liberando così ciò che si rivela inaudito.
Solo l’inaudito può mettere in discussione la normalità e i suoi inganni, può spezzare i condizionamenti delle parole in cui il linguaggio ci tiene bloccati e può spalancare così l’esperienza.
Il filosofo è colui che si fa carico della stranezza del mondo.
In un’epoca che pretende dati e certezze e che tuttavia ogni volta si scontra con la loro inaffidabilità, Jullien spinge al limite la sua esplorazione della realtà e dell’alterità.