È una menzogna che va avanti da anni, da generazioni, da secoli, ormai elevata a verità inconfutabile: il sistema capitalistico, la continua crescita del mercato, la costante ricerca di nuovi profitti sono l’unica realtà possibile, l’unica soluzione per mantenere uno standard di vita e salute a cui non possiamo più rinunciare.
Ma è ormai chiaro che questa visione del mondo ci sta portando verso il collasso ecologico definitivo, alimentando al tempo stesso la disuguaglianza e lo sfruttamento di gran parte dell’umanità a favore di un meccanismo inumano e insaziabile.
L’unica speranza di salvare noi e il pianeta è capovolgere non solo il nostro modo di produrre, ma anche il rapporto con la natura: non più entità autonome, ma parte di essa; non sfruttatori, ma collaboratori.
È necessario sì ridurre lo spreco di risorse, ma soprattutto ridistribuirle equamente e iniziare a produrre beni durevoli ed effettivamente necessari, spegnendo le sirene della pubblicità e del consumismo.
La proposta di Jason Hickel non è sinonimo di decrescita negativa, stagnazione e perdita di posti di lavoro: comporta il passaggio a un tipo di economia completamente diverso, un’economia fondata sui principi della prosperità umana e della stabilità ecologica anziché sull’accumulazione costante del capitale.
Siamo ancora in tempo! non è l’ennesimo grido di allarme per la catastrofe imminente: Hickel ci invita a immaginare un futuro diverso – più giusto e a misura d’uomo – e a lavorare concretamente per realizzarlo, non solo attraverso i nostri comportamenti quotidiani ma cambiando radicalmente il nostro modo di vedere il mondo.