Oltre che per le opere di poesia e di teatro, Puškin è considerato un classico anche per i suoi racconti che hanno lasciato una potente impronta sulla narrativa russa successiva, al punto che autori come Tolstoj ne raccomandano la lettura e lo studio.
I racconti di Belkin (1830), che furono apprezzati tra gli altri e tradotti in francese da Mérimée, sono piccoli capolavori di realismo, per la loro essenzialità: rappresentano semplici figure, dai sentimenti autentici, in una narrazione lineare e con splendide scene di sfondo.
Sono cinque racconti che l'autore attribuisce a un certo Ivan Petrovicˇ Belkin, che li avrebbe uditi raccontare e poi trascritti: sono la storia di un duello rimandato e di un rancore covato nel tempo, quella di un amore contrastato tra una ricca fanciulla e un semplice fante, quella di un fabbricante di bare e del suo invito ai morti ad andarlo a trovare, quella di un padre vedovo lasciato solo dall'unica figlia, e quella di una nobile di provincia che inganna in amore il povero vicino.
La dama di picche (1833), messa in musica da Čajkovskij, è uno dei racconti più caratteristici di Puškin: mescolando alla narrazione realistica elementi fantastici, narra dell'ossessione, fino alla follia, di un giovane per il segreto di una contessa che vince sempre alle carte.
La figlia del capitano (1836) è un romanzo storico ispirato alla rivolta di Pugacëv, narrato in prima persona, di modo che le vicende storiche sono filtrate dalla prospettiva privata e divengono cronaca familiare.
Chiude il volume il racconto Kirdzali.