La vicenda che Shakespeare doveva mettere in scena era, senza mezzi termini, il rapporto di una mente umana con la vita, e il suo problema, allora, era quello di far muovere Amleto con la sua "prodigiosa consapevolezza" (Henry James), su un terreno adeguato al personaggio e alla sua ricerca.
Poiché tutta la vita doveva essere messa in discussione, sottoposta all'analisi, al dubbio di un Amleto che è l'unico moderno, Shakespeare crea una struttura supremamente elastica e comprensiva, capace di abbracciare pianto e riso, ragione e follia, amore e odio; di passare da un universo domestico a un paesaggio sconfinato, da un salone di corte a un campo militare, da una fortezza a un cimitero.
Se bene guardiamo l'Amleto, vediamo come ogni esperienza umana vi venga rappresentata.
Tutta la vita; e più ancora: la vita vista come immagine di se medesima, come teatro.