Nelle Ultime lettere di Jacopo Ortis il protagonista si trova continuamente a dover scegliere tra alternative antitetiche: tra prigionia ed esilio all'inizio, poi tra passione e dovere, tra amore e morte, tra la legge di violenza reciproca che lega gli uomini tra loro e l'esercizio fraterno della "compassione", "unica virtù non usuraia": tutte varianti del tragico contrasto tra "disperazione delle passioni" e "ingenito amor della vita".
Astretto in questo dilemma, Jacopo tenta inutilmente di sperimentare una terza via: le sue ripetute fughe lo inchiodano all'uno o all'altro dei due poli e perfino il suicidio non fa che ribadire, al di là delle sue intenzioni, la sua adesione alla legge di violenza universale che regola il creato.
Questa edizione, con l'introduzione di Domenico Starnone in veste di "frequentatore annuale nella scuola" dell'Ortis, è esemplata su quella londinese del 1817 e riporta la Notizia con la quale il Foscolo presentava il romanzo al pubblico inglese.