Gli Adagia sono una sorta di monumentale enciclopedia della cultura classica organizzata intorno a motti, detti, proverbi della più diversa provenienza.
Talvolta Erasmo si limita a riferire in poche righe il proverbio nelle varie attestazioni che gli sono note, altre volte lo stesso proverbio gli suggerisce lo spunto per considerazioni molto più articolate e ricche.
Comunque, non c’è dubbio che gli Adagia furono il serbatoio di sapere a cui Erasmo continuò ad attingere nel corso della propria vita.
Per presentarsi alla fine come uno specchio tra i più fedeli del suo pensiero e del suo credo. I quattro Adagia qui presentati sono tutti di natura politica.
Il primo, Re o matti si nasce, è una riflessione che ruota attorno alla figura del Principe e alla irrazionalità nella sua azione politica.
L’adagio che invece dà il titolo al volume è tutto dedicato agli orrori della guerra e alla trasformazione dell’uomo in bestia.
Alla fine, lo scritto sottolinea lo scopo autentico della guerra: il guadagno, o meglio il rapimento e la degradazione dei beni altrui. L’opzione della guerra non deve essere mai perseguita, anche nei confronti del peggior nemico.
Si deve invece scegliere la più alta delle virtù cristiane, la carità. In questo volume, la grande speranza umanista nella sua migliore accezione: Erasmo contro la guerra e l’abbrutimento che la barbarie induce.