«La fine del nostro pianeta è imminente».
«A causa del cambiamento climatico miliardi di persone moriranno».
Siamo continuamente bombardati da messaggi di questo tipo: ma la situazione è davvero così tragica?
Consulente di enti scientifici e di vari governi, profondo conoscitore dell’attivismo ambientalista, Michael Shellenberger, dall’adesione ideologica alla lotta contro il cambiamento climatico, è passato a sostenere un approccio pragmatico ai problemi dell’ambiente.
Dati alla mano, oggi smaschera la disinformazione colpevole di rendere impossibile ogni discussione su uno sfruttamento più intelligente delle risorse naturali che non implichi «decrescite felici» e «sviluppi sostenibili».
Dalle catastrofi nucleari agli incendi in Amazzonia, dalla caccia alle balene al vegetarianesimo, dall’inquinamento degli allevamenti intensivi alla presunta rivoluzione dell’energia solare, l’autore analizza errori e orrori della nuova religione ecologista, ponendo non poche domande: se progresso ambientale, energetico ed economico sono facce di uno stesso processo, come affrontare i problemi senza precludere ai paesi in via di sviluppo le stesse opportunità di cui hanno goduto in altri tempi Europa e Stati Uniti?
Questo fermento ambientalista potrebbe essere la manifestazione del bisogno di trovare una causa a cui aggrapparsi per dare un senso a un mondo che ci appare sempre più dominato dal caos?
Dal Congo al Sud America, Shellenberger incontra e si confronta con chi vive in prima persona le conseguenze delle politiche orientate alla lotta al cambiamento climatico, rendendo evidenti gli errori di quanti, di fronte a sfide epocali, pretendono di offrire soluzioni semplicistiche a questioni complesse.