A pochi chilometri da Bordeaux vive un monaco vietnamita che è una delle voci più alte della spiritualità di ogni tempo: Thich Nhat Hanh.
Qui, nel 1982, ha fondato il Villaggio dei Pruni, una vera e propria oasi buddhista accessibile a tutti, così come accessibili appaiono, leggendo i suoi testi, una religione e una concezione del mondo molto lontane dall’Occidente. Ma non è il fascino dell’esotico a sedurre chi arriva in questo luogo.
Come il lettore constaterà attraverso il racconto degli autori – osservatori dall’interno della quotidianità dei monaci e delle monache che risiedono al Villaggio dei Pruni – e le testimonianze dei partecipanti ai ritiri che vi si tengono, ciò che colpisce, e magari disorienta, è la semplicità dell’esistenza che vi viene condotta. «Innanzitutto bisogna imparare a respirare» afferma Thich Nhat Hanh.
E dal respiro consapevole, cuore di tutto il suo insegnamento, si snoda un percorso spirituale che coinvolge ogni momento della giornata: dai pasti alla meditazione, dal lavoro alle relazioni interpersonali. Ogni gesto è importante se vissuto nel momento presente.
Uomini e donne di diverse nazionalità e di diverse religioni ci narrano il modo in cui vivono giorno dopo giorno la Piena Consapevolezza.
Le loro parole, appassionate e spontanee, esprimono tutta la forza di un pensiero più che mai attuale in un periodo funestato dall’intolleranza religiosa.
A queste persone Thich Nhat Hanh non ha chiesto di sacrificare la propria fede ai nuovi ideali, e il loro voto – «non combatteremo mai, non uccideremo, né ci sacrificheremo per queste dottrine» – non ha bisogno di ulteriori commenti.