Tra le scritture tramandate dall’immortale tradizione dell’India, ce n’è una che svetta su tutte le altre per la sua profondità e per la sua audacia: lo Yoga Vasistha.
Questo testo, infatti, afferma che è possibile, anzi certo, che la liberazione spirituale venga conseguita da chi è qualificato, semplicemente immergendosi nel suo studio.
La sintesi qui presentata è frutto di un lungo lavoro di ricerca e di adattamento degli antichi versi al linguaggio dei nostri giorni.
- La vera meta della vita e come realizzarla
- Chi siamo noi
- Che cos’è il mondo
Il venerabile Sutikshna chiese al saggio Agastya: “Oh saggio, ti prego illuminami su questo problema della liberazione. Quale dei due conduce alla liberazione: l’azione o la conoscenza? “.
Agastya rispose: “Proprio come gli uccelli sono in grado di volare per mezzo di entrambe le loro due ali, allo stesso modo l’azione e la conoscenza, insieme, conducono alla meta suprema della liberazione.
Ascolta,” continuò Agastya, “Ti narrerò una storia. Karunya, il figlio di Agnivesya, dopo aver studiato le Sacre Scritture, improvvisamente abbandonò ogni interesse nei confronti della vita e dei suoi doveri. Quando suo padre gliene chiese il motivo rispose: ‘Non è forse vero che le Scritture dichiarano, da una parte, che si dovrebbero seguire le loro ingiunzioni concernenti i propri doveri, sino alla fine della propria vita, mentre dall’altra affermano che l’immortalità può essere realizzata soltanto abbandonando ogni azione? Imprigionato tra queste due dottrine contraddittorie, che cosa farò o mio maestro e padre?”
Agnivesya rispose: “Figlio mio, ascolta l’antica storia del dialogo avvenuto tra Rama e Vasistha, narrato da Valmiki a Bharadvaja in modo tale da liberare l’ascoltatore dall'oscurità dell’ignoranza, così come è decretato dal Creatore Brahma stesso e poi deciderai.