Con ARCIPELAGO VERDE scopriamo un esercito scosso dal coraggio dei Proletari in divisa e degli obiettori nonviolenti e il post ’68 nel Sud: a Brindisi, Manfredonia, Taranto, fino a Siracusa, passando (pur tra molti equivoci), per la rivolta di Reggio Calabria.
Torniamo al Nord, nella Bologna del ‘77, dove, pur sommerso dalle grida inconcludenti degli Autonomi, nasce il movimento antinucleare, protagonista della “primavera ecologista” degli Anni 80: con “indiani metropolitani”, scienziati come Giorgio Nebbia, militanti di estrema sinistra e combattivi sindaci DC, come ad Avetrana.
Sotto le bandiere della pace e del sole che ride, con lo slogan gentile “Energia nucleare? No, grazie”, si impedisce l’installazione dei missili nucleari a Comiso e, col Referendum del 1987 (post Chernobyl) e si blocca la costruzione della centrale nucleare di Montalto e l’attività delle altre 4.
Nel 1982 nascono, a Mestre e poi in tutta Italia, le Università Verdi (con Laura Conti), gli Amici della Bicicletta, i Movimenti dei consumatori, Smog e dintorni, AAM, Nuova Ecologia, i consultori autogestiti, i contadini biologici.
Un Arcipelago verde: centinaia di isole, diverse ma unite nell’espandere l’onda del ’68: dai diritti civili (divorzio, statuto dei lavoratori ecc.) alla sintonia con la natura vegetale ed animale. Imitando poi i cugini tedeschi nel “contagiare” le istituzioni, con centinaia di Liste verdi.