Questa è la storia dei cinque anni che ho trascorso da ragazzo, con la mia famiglia, nell’isola greca di Corfù. I
n origine doveva essere un resoconto blandamente nostalgico della storia naturale dell’isola, ma ho commesso il grave errore di infilare la mia famiglia nel primo capitolo del libro.
Non appena si sono trovati sulla pagina non ne hanno più voluto sapere di levarsi di torno, e hanno persino invitato i vari amici a dividere i capitoli con loro»: con queste parole, dove già traspare la sua accattivante ironia, Gerald Durrell presenta questo libro, uno dei più universalmente amati che siano comparsi in Inghilterra negli ultimi anni.
Non sono soltanto memorie, né soltanto osservazioni di storia naturale, sembra avvertirci discretamente Durrell – e aspetta che il lettore si inoltri nel libro perché scopra da solo che cosa è veramente: la storia di un Paradiso Terrestre, e di un ragazzo che vi scorrazza instancabile, curioso di scoprire la vita (che per lui, futuro illustre zoologo, è soprattutto la natura e gli animali), passando anche attraverso avventure, tensioni, turbamenti, tutti però stemperati in una atmosfera di tale felicità che il lettore ne viene fin dalle prime pagine contagiato.