Kaizen è una parola giapponese che ne mette insieme due: kai, che sta per “cambiare”, e zen, che vuol dire “migliore”.
Significa quindi “cambiamento in meglio” o ancora, aggiungendo una sfumatura intraducibile che indica lo sforzo costante, “miglioramento continuo”.
Oggi più che mai sappiamo come le circostanze possono cambiare e anche repentinamente.
Abbiamo sperimentato sulla nostra pelle quanto sia complesso adattarsi a un grande cambiamento.
Per la maggior parte di noi affrontare una nuova realtà è faticoso, stressante, a volte semplicemente impossibile.
In Giappone, all’indomani della Seconda guerra mondiale, dopo l’enorme shock economico e sociale, ha preso corpo una filosofia che ci viene ora in aiuto: quella del cambiamento continuo a piccoli passi, verso una condizione migliore.
Si tratta di un metodo mutuato dal campo dell’industria, che consente, attraverso quattro fasi (PDCA: Plan, Do, Check, Act), di sbloccare una situazione di stallo e definire con gradualità degli obiettivi, verificando e perfezionando sempre più l’intero processo, in modo da riuscire a raggiungere un risultato.
Applicato alla vita di tutti i giorni, il kaizen ci permetterà di compiere poco alla volta, con perseveranza, un lungo percorso, anche su una via impervia, scoprendo di cosa siamo incredibilmente capaci.