Questi saggi letterari sono stati scritti da Foucault tra il 1962 e il 1969, e quindi accompagnano tutto l'arco di tempo della sua produzione più importante.
Se Le parole e le cose contengono il "sistema" di pensiero di Foucault sotto il profilo teorico più generale, gli Scritti letterari contengono l'esemplificazione realizzata di tale "sistema".
Le parole e le cose e le altre opere sono ancora discorsi sulla follia, sulla merce, sulla società, sulla cultura e sulle opere: sono, per dirla con Foucault, "archeologia".
Gli Scritti letterari sono essi pure discorsi sull'autore, sulla letteratura e sulle opere, cioè sono anch'essi "archeologia", ma con qualcosa in più: sono essi stessi opera letteraria.
Foucault pertanto non si limita a concepire in modo nuovo la letteratura (tutte le avanguardie lo hanno fatto): egli "fa" veramente una nuova letteratura. La caratteristica fondamentale di questi saggi è quella della realizzazione di una nuova forma di unità tra discorso critico e discorso inventivo, tra riflessione e stile.
È da questo momento che il romanzo diventa veramente un oggetto di archeologia.
La letteratura contemporanea non conosce da tempo un'opera di simile portata stilistica e che rompe a tal punto tutti i limiti di contenuto: ogni disciplina e ogni cultura sono per Foucault strumenti di letteratura.
Con la pubblicazione degli Scritti letterari finisce anche l'epoca delle avanguardie, la cui problematica compie, finalmente, quel passo avanti che ci si aspettava.