L’islam è un universo composito come lo sono la cristianità o l’ebraismo.
Eppure verso gli eredi dell’impero arabo immigrati nel nostro Paese si sono diffuse e consolidate in questi anni convinzioni collettive che alimentano l’islamofobia, a partire dal combinare automaticamente la provenienza con un credo religioso.
I musulmani si demonizzano in modo indifferenziato quando si attribuiscono loro caratteristiche e comportamenti che sono appannaggio di individui o singoli raggruppamenti: sarebbero terroristi o complici di essi, barbari e incivili, incapaci di amalgamarsi nella società italiana e di rispettarne le leggi, oppressori se uomini, succubi del potere maschile e prive di autonomo pensiero se donne.
Loro e noi, comunità fittizie che i discorsi pubblici evocano in supposta contrapposizione.
Gli autori del libro analizzano questo immaginario deformante, così come si è imposto in diversi campi, letteratura, cinema, economia, diritto internazionale, studi di genere, e cercano proprio con argomenti e strumenti che attengono a queste diverse discipline di confutare gli stereotipi prodotti dall’islamofobia in Italia.