Ci sono alcune idee portanti della civiltà occidentale che ci appaiono del tutto ovvie e naturali. Ma, se le osserviamo da vicino e nel contesto delle altre civiltà, scopriamo che esse hanno addirittura un carattere eccezionale ed eccentrico.
Due fra queste idee sono indicate dai termini individuo ed eguaglianza. Louis Dumont si è proposto di mostrarne appunto la peculiarità, il formarsi, le implicazioni.
Questo ampio disegno comprende Homo hierarchicus (1966), l'opera sino a oggi più illuminante sul sistema indiano delle caste, e i due volumi di Homo aequalis.
Nel pensiero di Dumont la polarità gerarchia/eguaglianza ha una funzione fondatrice, ma dietro di essa se ne distingue un'altra: olismo/individualismo.
Tra le società che conosciamo, l'individualismo moderno si presenta come un caso unico, articolato però in forme diverse.
Dapprima Dumont fissa l'attenzione sul nostro rapporto con le cose e su quella disciplina dove esso diventa tematico, l'economia politica.
E ci mostra come l'emanciparsi della categoria dell'economico coincida con il sorgere e il trionfare dell'«ideologia moderna». Nel secondo volume si concentra sulla comparazione fra le varianti nazionali di tale ideologia, in particolare su quella tedesca – e, a mano a mano che se ne delineano i tratti specifici, sugli «aspetti francesi più o meno corrispondenti».
Da grande antropologo quale è, Dumont non si distacca mai dalla precisione del dettaglio: «Più è ambiziosa la prospettiva, più deve essere meticolosa la cura del particolare, più umile l'artigiano».