Tutto è cominciato con un quesito molto semplice: perché ci guardiamo negli occhi?
La domanda ha interessato Muldashev dapprima come oculista, ma non appena ha cominciato le sue indagini, ha elaborato con la sua équipe di ricerca un software capace di misurare e analizzare i parametri geometrici dell’occhio. Hanno chiamato quest’area di ricerca oftalmo-geometria, molte le preziose applicazioni in ambito diagnostico e sociale, tra cui l’identificazione delle persone, l’identificazione etnica e la diagnosi di malattie psicologiche.
Sensazionalmente, dopo aver analizzato le foto dell’area oculare di individui appartenenti a tutte le razze mondiali, l’equipe di Muldashev ha scoperto che alla razza tibetana appartengono delle caratteristiche statistiche medie rispetto a tutte le altre.
Attraverso il confronto matematico degli occhi delle altre razze con quelli della razza a cui appartiene la media statistica di tutti i valori numerici rilevati, Mudashev è stato capace di determinare i sentieri di migrazione dell’umanità dal Tibet.
Sorprendentemente, le loro scoperte si sovrapponevano ai fatti storici. Quando poi venne loro riferito che un paio di enormi e strani occhi, dipinti sulle pareti di tutti i tempi Tibetani e Nepalesi, davano il benvenuto ai visitatori, hanno sottoposto anch’essi ad analisi matematica secondo i principi della neonata oftalmo-geometria: in questo modo hanno determinato l’aspetto esteriore dell’essere a cui potevano appartenere quegli occhi...