Negli ultimi giorni del 1943, Andy Catlett, un ragazzino di nove anni, parte da solo in autobus per far visita ai nonni nelle campagne del Kentucky.
Prima raggiunge la casa della famiglia paterna, dove non c’è neppure l’elettricità, e poi quella della famiglia della madre, più moderna ma altrettanto austera.
È un viaggio di appena dieci miglia che lo allontana dai genitori per pochi giorni, ma è un rito di passaggio all’età adulta.
Mentre seguiamo la vicenda del ragazzo, dietro cui s’indovinano frammenti dell’infanzia di Berry, scopriamo che la voce narrante è in realtà quella di un Andy ormai anziano.
Il racconto si intreccia così ai pensieri dell’uomo adulto, divenendo l’occasione per una riflessione sul tempo e sul modo in cui cambia la visione del mondo nel corso della vita. In questo breve e suggestivo romanzo – ideale introduzione all’affollato, colorito e profondo universo di Port William, la cittadina al centro dei romanzi di Berry – sono presenti molti dei temi su cui lo scrittore ritorna più spesso: il ruolo della famiglia, l’importanza della comunità, la fedeltà alla terra, i rapporti razziali, la crisi del mondo rurale e la minaccia della modernità.
E mentre la vicenda esprime un omaggio pieno di gratitudine a una realtà ormai scomparsa, la voce narrante ammonisce: «E ho paura, credo anzi di saperlo, che la sorte tragica del vecchio mondo che ho conosciuto da bambino finirà per affliggere il mondo nuovo che l’ha rimpiazzato».
Perché quello nuovo a noi contemporaneo si rivela alla fine soltanto «un mondo indistinto e privo di dettagli, perso nella distanza».